Lotta sempre più aspra tra FIFA e Lula in vista dei mondiali di calcio del 2014 che sarà ospitato dal Brasile. In ballo ci sono miliardi di reais (e quindi di euro) ma soprattutto la sovranità della nazione sudamericana dal momento che dopo avere aperto una filiale operativa nel paese del samba la FIFA sta cercando di imporre la costruzione di nuovi stati, strade e aeroporti attraverso la sua “testa di ponte” locale, ovvero la CBF, la Federazione di Calcio brasiliana, guidata familisticamente da 21 anni da Ricardo Teixeira. Da un paio di giorni i giornali carioca e paulisti aprono sui ritardi del Brasile e le accuse della FIFA, sia per bocca del vicepresidente francese Jerome Valcke (ex giornalista di Canal + assurto misteriosamente ai vertici della FIFA dopo una condanna negli Usa di 90 milioni di dollari nell’affair Visa-Mastercard), che per bocca dello stesso Teixeira.
Il primo è stato incontenibile negli ultimi mesi. A marzo aveva sentenziato di fronte alla richiesta di moviola in campo, che alla FIFA “la porta per la tecnologia è chiusa”. Il polpo Paul e tutti gli altri che grazie agli errori arbitrali hanno azzeccato i pronostici di Sudafrica 2010 ringraziano. Poi ha minacciato la Francia e Sarkozy di ritorsioni – leggasi sospensione della Francia dalla FIFA, come successo per il Togo nell’ultima Coppa d’Africa che dopo un attacco di banditi che aveva lasciato sul terreno un morto e una decina di feriti gravi aveva ritirato la sua squadra – per “ingerenza indebita in questioni legate al calcio”.
A seguire ha dato un ultimatum di 48 ore alla Nigeria. Infine ha celebrato come la vittoria di una Coppa del Mondo l’esclusione del miglior stadio di San Paolo, il Morumbi, che doveva ospitare la partita d’apertura di Brasil 2014 definendola “una splendida notizia” e ha fatto la “lista della spesa” per il Brasile se vuole ottenere un 9 in pagella come il Sud Africa, a suo dire meglio di Germania 2006 nell’organizzazione del Mondiale (forse perché lady Merckel e i suoi non avevano accettato le direttive FIFA di fare uno stadio nuovo per ospitare la finale né di rifare la facciata dello storico stadio di Berlino).
Soggetto davvero sui generis il signor Valcke, che è solito andare in vacanza per il Capodanno nella bellissima villa di Ricardo Teixeira, nel paradiso di Angra dos Reis, e candidato alla successione di Sepp Blatter, nelle elezioni per il trono FIFA che già si preannunciano calde del 2015. Amici sino ad oggi, i due, potrebbero ritrovarsi rivali dal momento che l’ex genero di Joao Havelange, Teixeira appunto, aspira anch’egli allo scettro blatteriano e, se sino ad oggi i due sono andati d’amore e d’accordo, non è detto che ciò continui nei prossimi anni (il terzo incomodo è un sudcoreano dal nome impronunciabile padrone della Hiundaj). Di certo negli ultimi mesi Teixeira ha fatto da cassa di risonanza in Brasile alle richieste di Valcke e della Fifa.
Quando Lula ha sottolineato, qualche giorno fa, che 8 anni di mandato sono il massimo a cui dovrebbe attenersi il capo della CBF, Teixeira se n’è uscito con una critica durissima sulla situazione degli aeroporti. Molti in Brasile si sono chiesti, ironicamente, se le partite del Mondiale 2014 si giocheranno negli hangar o negli stadi. Certamente il “caos aereo” è un problema brasiliano (ma non solo brasiliano …) che dovranno risolvere le due autorità preposte – Infraero e Anac – perché il poderoso capo della CBF debba metterci bocca resta oscuro ai normodotati.
Il busillis più delicato, comunque, resta l’esclusione del Morumbi, un po’ come se a Italia 90 avessero tagliato San Siro a Milano o a Roma l’Olimpico per costruire un nuovo stadio ad hoc per la FIFA. Teixeira ha agito di concerto con Valcke nelle dichiarazioni anti Morumbi, la cui esclusione ha invece fatto infuriare non poco Lula, incredulo del niet FIFA e, forse anche per questo, assente dalla finale tra Spagna e Olanda. Differente l’approccio del ministro dello Sport verde-oro Orlando Silva Jr che, ad ogni polemica tra Lula (di cui in teoria è un dipendente) e Teixeira (di cui in teoria non è un dipendente) ha sempre difeso il secondo.
L’unico precedente di manifestazione sportiva internazionale organizzato dal Brasile è quello dei Giochi Panamericani di Rio di qualche anno fa, in quel caso il ministro dello Sport era lo stesso di oggi e anche all’epoca garantì che tutto sarebbe filato liscio come l’olio, poi i costi per l’evento decuplicarono in corso d’opera, il governo federale dovette coprire il buco e Lula si prese una marea di fischi alla cerimonia d’inaugurazione. Ecco, Lula non vorrebbe che la storia si ripetesse. Anche perché nel 2014 alla presidenza ci sarà con tutta probabilità la sua protetta Dilma Rousseff e la patata bollente di un Mondiale organizzato in modo poco trasparente non gliela vuole proprio lasciare.
Unico problema è che, per la prima volta nella storia dei Mondiali, il Comitato Organizzatore Locale (COL), non annovera tra le sue fila né membri della società civile né del governo centrale. Per incredibile che possa sembrare, oltre a Teixeira, lo integrano appena altre 5 persone, tutte legate a lui. Joana Havelange (amministratrice generale, figlia di Teixeira), Francisco Mussnich (consulente giuridico e principale avvocato di Daniel Dantas, imprenditore condannato a 10 anni in primo grado in Brasile per una serie di reati finanziari), Carlos Langoni (ex presidente del Banco Centrale, amico di Teixeira), Carlos de La Corte (consulente per gli stadi, amico di Teixeira) e Rodrigo Paiva (capo comunicazione della CBF di Teixeira).
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