Volge al termine la gloriosa storia dello stadio più grande al Mondo, il Maracanà di Rio de Janeiro. Il grandissimo impianto della metropoli carioca sta subendo ormai da alcuni mesi una forte e continua opera di demolizione e restyiling in vista dei Mondiali di Calcio del 2014 e in prospettiva delle Olimpiadi del 2016. Due eventi di spicco questi che richiedono una nuova idea di stadio e quindi delle scelte innovative in termini strutturali.
In primis, gran parte delle tribune superiori sono state demolite in modo da ricostruirle per realizzare una copertura totale delle gradinate; inoltre, si pensa di avvicinare gli spalti al terreno da gioco per quanto già nel 2006 ci siano stati lavori di adeguamento in tal senso. Negli anni si è sollevato un duro confronto tra gli esponenti dello sport nazionale e mondiale sull'essenza dello stadio intitolato in realtà a Mário Filho, un giornalista sportivo brasiliano (Maracanà è la zona in cui si trova l'impianto). Havelange nel 1996 ne sosteneva la demolizione integrale e quando il Brasile ha avanzato le proprie candidature per Mondiali ed Olimpiadi, il Filho è divenuto oggetto di attenzione da parte di ingegneri ed organi sportivi che ne hanno da sempre messo in evidenza l'inadeguata conformazione che negava o rendeva difficile l'applicazione di ogni elemntare prinicipio di sicurezza.
Il Maracanà nacque per i Mondiali del 1950, tenutisi in Brasile: la sua originale forma circolare lo ha reso famoso ancor più dell'enorme capacità (stimata in 165.000) che nella finale di qull'edizione della Coppa Rimet sfiorò le 200.000 presenze (era Brasile-Uruguay con la Celeste che gettò nello sconforto un'intera nazione). Gli attuali interventi sono orientati alla ristrutturazione più che alla demolizione, per quanto alcune parti dello stadio siano obsolete e sono state adattate all'estremo negli anni.
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